28° Salone Internazionale del Libro - Seminari di traduzione
In alto: Ilide Carmignani e Guido Lagomarsino.
In basso, da sinistra: Roberto Cazzola, Ada Vigliani, Ilide Carmignani, Raul Schenardi, Giulia Zavagna.
Primi tre incontri con "L'Autoreinvisibile" (alias Ilide Carmignani)
- "Lavorare per i service editoriali"
- "Traduttore e redattore a confronto"
- "L'editoria che verrà"
Leit-motif dei primi tre seminari sembra essere la solitudine del traduttore e la solitudine "al cubo" del redattore/revisore/editor. Tra (rari) sodalizi idilliaci fra traduttore e revisore/redattore/editor e fosche (pardon, realistiche) previsioni per l'editoria di domani, spunta qualche consiglio ai neofiti appassionati (che è quello che i neofiti appassionati si aspettavano) ma che ai traduttori più navigati non suona poi così nuovo... In sintesi:
- di sole traduzioni editoriali non si campa: chi vuol vivere di traduzioni dovrà più realisticamente essere disposto ad accettare traduzioni tecniche, meglio retribuite (in alternativa un bell'impiego part-time con i contributi pagati?);
- il compenso di un traduttore non dovrebbe mai essere inferiore ai 10 euro netti a cartella (Ilide ha strappato al relatore una tariffa, fuori dai denti...) Peccato, però, che il compenso ormai lo decida quasi sempre il Committente (e sia sempre a forfait... "poi ci mettiamo d'accordo"). Chi accetta compensi da fame dovrebbe almeno essere in grado di non scendere sotto la soglia del decoro e negoziare sulla cessione (che non deve costituire un obbligo) dei diritti di traduzione, i diritti per le edizioni digitali ecc.;
- il traduttore ha il diritto di non cedere i diritti di traduzione (mi si perdoni il bisticcio di parole) o, almeno, non tutti (con la pubblicazione del libro tradotto in versione digitale e con un'eventuale cessione del titolo tradotto ad altri editori, il traduttore potrebbe ricavare qualche soldino in più);
- il traduttore deve cercare di socializzare e solidarizzare, non starsene da solo bensì confrontarsi con persone in grado di capire le sue problematiche, pena il rischio di alienazione e la perdita di sicurezza e dell'autostima;
- il traduttore editoriale sarà sempre un lavoratore precario;
- i service editoriali lavorano prevalentemente in condizioni di crisi e di stress e pagano molto meno degli editori (sebbene alcuni, per scrupolo, si limitino a segnalare il traduttore alla casa editrice);
- il traduttore che, nonostante tutto, non si fosse ancora demoralizzato può inventarsi il lavoro facendo scouting: il risultato non è garantito ma le probabilità di lavorare sono superiori a quelle offerte dai soliti canali di approccio al mondo dell'editoria...
Allegria!
D'accordo, l'abbiamo capito, quello del traduttore è un lavoro ingrato, un amore immaginario, mal (se mai) corrisposto, ma ogni tanto qualche soddisfazione ce la dovrà pur dare... se siamo ancora qui a leggere e ad appassionarci, a perdere la vista davanti al pc, a incurvar la schiena sulla tastiera, a darci una pacca sulla spalla o a rimproverarci da soli la nostra testardaggine.
Nulla di nuovo, dunque. Il traduttore è essenzialmente un masochista.
Brava e simpaticissima, come sempre, la cara Ilide Carmignani, la quale si fa interprete sensibile di un pubblico troppo timido (o intimidito) ponendo esattamente quelle domande che frullano nell'aria ma nessuno osa formulare. Inquietante (in senso bonario) l'esperienza del traduttore "precario da quarant'anni" che, colto da disperazione, si è dato allo scouting.
Nel raccontare la propria esperienza, i relatori (traduttori e redattori) hanno, ovviamente, tirato acqua al loro mulino ma sono stati tutti estremamente coinvolgenti. E così mi è venuta voglia di leggere Il Marmo di César Aira (tradotto da Raul Schenardi) e l'autobiografia di Conchita Wurst (la cantante barbuta vincitrice dell'Eurofestival) uscita proprio oggi, giorno dell'inaugurazione del Salone. Austerlitz con il "tedesco congelato" di Winfried Sebald (tradotto da Ada Vigliani) per il momento può attendere...
Un po' di leggerezza, suvvia, dopo tanta depressione!
Domani si replica?